Formazione del territorio
Il vasto territorio che si estende da San Giovanni Lupatoto a Sommacampagna e che fin dall'epoca medioevale era nominata Campagna major (Campagna maggiore per distinguerla dalla minore alla sinistra dell'Adige), si è formato attraverso sconvolgimenti e modellamenti in un periodo di tempo lunghissimo, quasi inconcepibile per l'esperienza umana.
Questi tempi lentissimi, che si misurano in milioni di anni, costituiscono una sorta di “storia immobile” (come la definì lo storico francese Fernard Braudel) e su di essi l’uomo ha costruito dei tempi molto più brevi legati alla sua esistenza.
Dove ora si trovano le risorgive e in tutta la pianura padana esisteva, decine di milioni di anni, fa un vasto mare che per effetto dei movimenti delle zolle terrestre e del sollevamento di catene montuose (tra cui le Alpi e gli Appennini) è stato progressivamente rinchiuso formando un vasto mare interno. (1)
In tempi più recenti (solo un milione di anni fa) il territorio è stato modellato da una serie di glaciazioni che hanno scavato enormi solchi preparando la strada a fiume e torrenti che hanno modellato le valli e le pianure.
La glaciazione di Riss, la terza, trasportò nella pianura veronese enormi masse di detriti. Nella zona di Ca' di David le alluvioni superficiali del periodo rissiano sono costituite in particolare da ciottoli, ghiaie e sabbie, diversamente sparse nella pianura. (2)
L'ultima glaciazione, la quarta, nominata glaciazione di Wurm , iniziò circa 100.000 anni fa e terminò 10.000 fa: essa modellò la pianura veronese scavando in particolare il solco dell'Adige.
1 Almagià R.- Barbieri G. 1971, L'Italia, Torino. Descrizioni della formazione della campagna veronese e del territorio di Ca' di David e Buttapietra, con relativa bibliografia, sono presenti in Ciccarelli G. 1998, Ca'di David e la sua storia, e in Salgaro S. Il quadro ambientale in Buttapietra e il suo territorio 2006
2 V. De Zanche-L- Sorbini- V. Spagna 1977, Geologia del territorio del comune di Verona
La glaciazione di Wurm creò anche le "valli della pianura" dove trovarono corso il Menago e il Piganzo separati da cordoni sabbiosi e ghiaiosi su cui, in età storica sarebbero state costruite le strade.
In particolare, Filippi nel 1979 (3), segnala un cordone dapprima sabbioso e poi ghiaioso sul quale scorre un'antica strada che va da Verona- Scuderlando a Settimo, Vo Pindemonte e d'Oltra di Isola della Scala e un altro cordone più ad oriente su cui sarebbero sorte Buttapietra e la statale 12.
Tra i due cordoni si trova una depressione ampia e ben marcata che inizia a monte delle sorgenti della fossa Campagna e nella quale ha origine il Piganzo.
A Levante della statale 12 , con inizio dalla località Rivare si trova un serie di piccole valli (vedi a Ca'di David la località Valle) e soprattutto un solco ampio e profondo che costituisce la valle del Menago.
Le fosse costruite in età Veneta seguirono in generale e soprattutto nel secolo XVI questa partizione glaciale: la Bova e la Tognola nella valle del Menago: la Campagna, la Vannina nella valle del Piganzo. Successivamente le acque furono vendute e i percorsi modificati e la proprietà privata ebbe il sopravvento sulla natura.
3 E. Filippi, Contributo allo studio dell'idrografia tra il Mincio e l'Adige in Bollettino Museo Civico St. Nat., Verona
Un altro elemento importante nell'analisi del territorio di Verona sud è costituita dalle altimetrie e dalla profondità delle acque sotteranee.
E. Nicolis 1884 (4), rilevava le altezze sul livello del mare, la profondità della prima falda (dal piano campagna al pelo dell'acqua) e la relativa altezza del pelo dell'acqua sul livello del mare di numerosi pozzi e località del nostro territorio:
I dati riportati e l'analisi delle prime mappe delle origini del Menago fanno quindi ritenere che "originariamente l'affioramento dell'acqua freatica sia avvenuto in modo spontaneo entro modesti avvallamenti, probabile residuo di antichi alvei atesini" (5). Su questi affioramenti naturali è poi intervenuta l’opera dell’uomo che, specialmente dal secolo XVI in poi, ha avviato una vera e propria "corsa all’acqua" allargando le fosse preesistenti e scavandone di nuove.
4 E. Nicolis, Idrografia sotteranea dell'alta pianura veronese, Verona 1884
5 Salgaro 2006, p.8
Cliccare per scaricare il documento in formato PDF